giovedì 29 maggio 2008

Magia

Devo capire una cosa. Qual è esattamente il motivo per cui, ogni impresa nella quale mi cimento negli ultimi anni è un'impresa che prima reputavo totalmente al di fuori delle mie capacità?

No, non è un atto di sboroneria subdola. E' una domanda onesta. Ogni cazzo di volta penso "nooo, questo non lo potrò MAI fare!!" e alla fine per un motivo o l'altro, mi ci trovo in mezzo.


Oltre allo stress che questa situazione sottintende, ci sono altri aspetti negativi: ad esempio, citando Arthir C. Clarke:



Any sufficiently advanced technology is indistinguishable from magic.



Ovvero, sebbene il fascino della conoscenza sia altamente seduttivo, la conoscenza stessa distrugge la fantasia - per definizione. Vale però un altro principio: più conosci, più hai su cui fantastiscare.
La situazione, quindi, dovrebbe essere equilibrata dalle due componenti. In realtà succede qualcosa di ancora differente (questo per chi mi diceva che ragiono in bianco e in nero):

piano piano tutte le tue fantasie vengono distrutte da tutta una serie di spiegazioni scientifiche che sai dare agli eventi e, mentre da un lato rimani di stucco pensando a come cavolo sia possibile che quella lampadina si accenda nonostante tutte le spiegazioni scientifiche che hai studiato, dall'altro rimani totalmente incantato dalla coerenza della realtà... e cominci a credere. Credere in qualcosa quantomeno.

Inoltre hai sempre più materiale che alimenta altri tipi di fantasie, del tipo: ora posso FARE. E mentre prima il FARE era una dimensione quasi proibita, adesso diventi uno che FA. E la cosa ti fa svegliare ogni mattina con più voglia di FARE. Finchè poi, un giorno (che non è ancora arrivato) ti sveglierai cosciente di tutto quello che hai creato/puoi creare e capirai che le cose importanti in realtà erano tutte quelle che non riguardavano la tua fantasia. Una sorta di labirintite dalla quale puoi uscire fuori, se sei fortunato, prima di tirare le cuoia.

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